In questo particolare momento sono tanti i genitori che si pongono domande sull’educazione dei figli.
Viviamo nella cosiddetta età del post narcisismo, nella quale l’attenzione non sembra più centrata sul bambino ma fortemente sull’adulto, in una società sempre più basata sull’immagine che non tiene conto dei reali bisogni dell’altro da sé.
L’adulto non trova risposte attraverso l’identificazione con i bisogni dell’altro e rivela una fragilità che si trasmette ai giovani.
Proprio nella famiglia affettiva che ruota intorno alla relazione si determinano quei vizi che hanno conseguenze importanti nel nucleo familiare e fuori da esso. Ad esempio non si danno regole, si concede libertà senza che si siano verificate le condizioni in cui agirla, si cerca una responsabilità esterna mettendo sui figli un carico enorme di aspettative e prestazioni.
In particolare nella preadolescenza e nell’adolescenza si incontrano le prime delusioni di fronte al mancato raggiungimento delle aspettative, anche in quelle relazioni che non ricevono più la mediazione dei genitori.
L’incontro con la realtà risulta spesso frustrante e i ragazzi sentono tutta l’inadeguatezza rispetti ai modelli presenti solo nel mondo ideale. Gli adolescenti vanno da sempre alla ricerca di figure adulte di riferimento extrafamiliari per contenere il disagio nel trovare il proprio posto in una società che li vuole competitivi e vincenti. Se da un lato è aumentato l’ascolto dei figli dall’altro i genitori hanno un prepotente bisogno di sentirsi confermati nel loro ruolo dai comportamenti che agiscono.
Nella difficoltà di essere genitori si dovrebbe cercare un senso nel comportamento dei figli, interessandosi al loro vissuto, alle relazioni che vivono, facendo loro comprendere che sono presenti nella mente dei genitori che li aiutano a crescere, favorendo una sempre più chiara rappresentazione di ciò che stanno vivendo.
Fra questo anche riconoscere la sofferenza e il conflitto: nel conflitto siamo infatti costretti a considerare l’altro da un punto di vista meno soggettivo e ad ampliare le nostre conoscenze. Anche la scuola tende sempre più a caratterizzarsi per i modelli di relazione messi in atto dalle sue componenti, attraverso la creazione di dialogo, rispetto reciproco, ascolto e collaborazione, riconoscendo i conflitti, elaborandoli e ponendoli al servizio dello sviluppo dei giovani.
Dott.ssa Giovanna Volpe
Pedagogista collaboratrice Studio L’Aquilone
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