
Genitori e Figli
In questo particolare momento sono tanti i genitori che si pongono domande sull’educazione dei figli.
Viviamo nella cosiddetta età del post narcisismo, nella quale l’attenzione non sembra più centrata sul bambino ma fortemente sull’adulto, in una società sempre più basata sull’immagine che non tiene conto dei reali bisogni dell’altro da sé.
L’adulto non trova risposte attraverso l’identificazione con i bisogni dell’altro e rivela una fragilità che si trasmette ai giovani.
Proprio nella famiglia affettiva che ruota intorno alla relazione si determinano quei vizi che hanno conseguenze importanti nel nucleo familiare e fuori da esso. Ad esempio non si danno regole, si concede libertà senza che si siano verificate le condizioni in cui agirla, si cerca una responsabilità esterna mettendo sui figli un carico enorme di aspettative e prestazioni.
In particolare nella preadolescenza e nell’adolescenza si incontrano le prime delusioni di fronte al mancato raggiungimento delle aspettative, anche in quelle relazioni che non ricevono più la mediazione dei genitori.
L’incontro con la realtà risulta spesso frustrante e i ragazzi sentono tutta l’inadeguatezza rispetti ai modelli presenti solo nel mondo ideale. Gli adolescenti vanno da sempre alla ricerca di figure adulte di riferimento extrafamiliari per contenere il disagio nel trovare il proprio posto in una società che li vuole competitivi e vincenti. Se da un lato è aumentato l’ascolto dei figli dall’altro i genitori hanno un prepotente bisogno di sentirsi confermati nel loro ruolo dai comportamenti che agiscono.
Nella difficoltà di essere genitori si dovrebbe cercare un senso nel comportamento dei figli, interessandosi al loro vissuto, alle relazioni che vivono, facendo loro comprendere che sono presenti nella mente dei genitori che li aiutano a crescere, favorendo una sempre più chiara rappresentazione di ciò che stanno vivendo.
Fra questo anche riconoscere la sofferenza e il conflitto: nel conflitto siamo infatti costretti a considerare l’altro da un punto di vista meno soggettivo e ad ampliare le nostre conoscenze. Anche la scuola tende sempre più a caratterizzarsi per i modelli di relazione messi in atto dalle sue componenti, attraverso la creazione di dialogo, rispetto reciproco, ascolto e collaborazione, riconoscendo i conflitti, elaborandoli e ponendoli al servizio dello sviluppo dei giovani.
Dott.ssa Giovanna Volpe
Pedagogista collaboratrice Studio L’Aquilone
Cambiamo lo sguardo: la diagnosi non è una condanna
Una diagnosi fa paura, forse perché, culturalmente, siamo stati abituati a viverla come una sentenza, un’etichetta che definisce, delimita e riduce. Un’etichetta che, una volta attribuita, sembra oscurare tutto il resto. Molti genitori temono che, dopo una diagnosi, lo sguardo altrui -della scuola, dei parenti, degli amici- muti, alterando così non solo la percezione del proprio figlio, ma anche l’immagine di sé in quanto madre o padre. Tuttavia, è proprio in questo momento che può maturare un cambiamento di prospettiva: una diagnosi non costituisce una condanna, né rappresenta definizione definitiva. È, piuttosto, uno strumento, una bussola. E come ogni strumento di orientamento non ti blocca, ma ti orienta, ti guida; aiuta a individuare il percorso più adeguato, non soltanto per il bambino, ma per l’intero nucleo familiare. È tempo di modificare il nostro sguardo e di abbandonare l’idea che la neurodivergenza sia una condizione da correggere o “normalizzare”. Non si tratta di un difetto, bensì di un diverso modo di funzionare, apprendere e relazionarsi con il mondo. Il problema non risiede nella diagnosi in sé, ma nell’uso che se ne fa: quando questa viene ridotta a un’etichetta che precede la persona, quando il bambino viene osservato unicamente attraverso il filtro del suo “disturbo”, rischiamo di smarrire l’essenziale. Un bambino con una diagnosi non è il suo disturbo: è, prima di tutto, una persona con la propria storia, i propri pensieri, le proprie emozioni e i propri punti di forza. Ha il diritto di essere riconosciuto e valorizzato in quanto tale. Eppure, nel linguaggio quotidiano, si continua troppo spesso a sentire espressioni come è “dislessico”, è “ADHD”, è “autistico”, come se la diagnosi fosse l’unico elemento rilevante. Ma né lui né lei sono una sigla: sono individui, ciascuno con una propria identità, una propria storia, proprie potenzialità. La diversità, dunque, non è uno sbaglio, bensì una risorsa preziosa. È la dimostrazione che non esiste un unico modo corretto di essere, di apprendere, di crescere e di vivere. Il nostro compito, in quanto adulti, non è uniformare, ma accompagnare i bambini con ascolto, rispetto e strumenti adeguati affinché possano svilupparsi nella loro forma più autentica. Non dobbiamo temere la diagnosi, ma trovare il coraggio di guardare, ascoltare e agire, perché ogni bambino ha il diritto di sentirsi visto, accolto e valorizzato per ciò che realmente è. Non esiste un’età ideale per intervenire, ma vi sono segnali che non devono essere ignorati. Quando un genitore inizia a percepire che qualcosa, nello sviluppo o nel comportamento del proprio figlio, “non torna del tutto”, spesso si attivano reazioni emotive intense e, talvolta, contrastanti. Da un lato, può emergere una sincera preoccupazione, che conduce a una ricerca ansiosa di risposte o a un atteggiamento iperprotettivo. Dall’altro lato, si fa strada una paura più profonda: la paura di vedere davvero. Perché guardare con attenzione e ascoltare con autenticità può condurre a una verità che, forse, non ci si sente pronti ad accogliere. Così, talvolta, si tende a minimizzare, sperando che si tratti soltanto di una fase passeggera. E si rinvia. Si tratta di una reazione umana e comprensibile. Tuttavia, è importante chiarire un concetto: un sospetto non equivale a una diagnosi. È semplicemente un segnale, un campanello d’allarme che, se accolto con il giusto spirito, può rappresentare un’opportunità preziosa per intervenire in modo precoce e costruttivo. Ricevere una diagnosi non costituisce un fallimento, né rappresenta un punto di arrivo, ma piuttosto l’inizio di un percorso. Un cammino personalizzato, che può aiutare il bambino a conoscersi meglio, ad affrontare con maggiore consapevolezza le proprie sfide e a valorizzare i propri punti di forza, liberandosi da etichette e pregiudizi. Sono necessari interventi individualizzati, una didattica inclusiva che vada oltre i meri strumenti compensativi, e una cultura dell’accoglienza realmente disposta a riconoscere e valorizzare la cosiddetta “diversità”.
Dott.ssa Alice De Carlini

Logopedia: Aiutiamo bambini e adulti ad esprimersi meglio
Presso il Centro Clinico “L’Aquilone” offriamo percorsi terapeutici per:
Ritardi del linguaggio
Disturbi del linguaggio: articolazione, fonologia, sintassi, pragmatica
Preparazione scolastica: prerequisiti metafonologici
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): dislessia, disortografia, discalculia, disgrafia
Spettro autistico: disturbi comunicativo-linguistici
Deglutizione disfunzionale
Balbuzie: percorsi personalizzati per migliorare la fluenza verbale
Disturbi in età adulta: voce, deglutizione, linguaggio
Per informazioni scrivere a:
c.anzani@tiscali.it
Centro Clinico L’Aquilone: Stai vivendo la scuola come un problema?
Ti aiutiamo noi! Ecco un elenco dei nostri percorsi per affiancare i ragazzi e le famiglie.
Servizi logopedici
Percorsi logopedici
Rieducazione della scrittura
Recupero scolastico e metodo di studio
Psicomotricità
Laboratori cognitivi
Apprendimenti
Valutazione e trattamento dei disturbi specifici dell’Apprendimento
Valutazione del potenziale di apprendimento e terapie cognitive
Valutazioni
Psicologiche
Psicoterapiche
Corsi per Adulti
Corso di Formazione per genitori e Insegnanti
Formazione al metodo Feurstein
Assistenza alle scuole con screening e supporto
Per informazioni scrivere a:
c.anzani@tiscali.it
Programma di Arricchimento Strumentale – Standard I livello 2024
Il corso – Aprile-Maggio 2024
Il Metodo Feuerstein sviluppa e potenzia le capacità cognitive, il pensiero, la riflessione e interviene sulla motivazione producendo significative modificazioni nell’apprendimento.
Inizialmente studiato per ragazzi con difficoltà di apprendimento, viene oggi utilizzato con successo per sviluppare creatività e flessibilità, per riattivare risorse verso l’apprendimento e verso l’imparare ad imparare.
Il corso è rivolto a Insegnanti, Psicologi, Pedagogisti, Terapisti, Medici, Genitori e a tutti coloro che sono interessati ad approfondire le tematiche educative.
Il P.A.S. è composto da 14 strumenti che comprendono complessivamente più di 500 esercizi carta e matita ed è applicato in differenti contesti (dalla scuola alla formazione professionale, all’educazione degli adulti, all’impresa e alla riabilitazione degli anziani). Si presenta in particolare come mezzo di notevole efficacia per intervenire sul disagio giovanile e sull’handicap.
Il metodo, centrato sull’ascolto, sull’attenzione ai saperi individuali e ai diversi stili cognitivi, privilegia la riflessione sui processi mentali, piuttosto che la trasmissione di contenuti. La consapevolezza metacognitiva del proprio modo di apprendere consente di trasferire in altre situazioni le abilità possedute o acquisite nella formazione e avvia all’uso autonomo del pensiero. Questo percorso è reso possibile grazie all’interazione con un mediatore che non dà risposte, ma indirizza ed orienta sull’analisi dei processi di pensiero messi in atto durante la soluzione di un problema.
Iscrizioni
Date:
-19/04 (4 h)
-20/04 (8 h)
-4/10/11 maggio (8 h)
-17/18 maggio (8 h)
Orario: Venerdì: 15.00 – 19.00; Sabato: 9.00-13.00 / 14.00-18.00
Sede: Studio Clinico L’Aquilone – Via Santino De Nova, 42 – Seregno (MB)
Quota di partecipazione: €620 comprensivi degli strumenti operativi, di Iva e delle royalties per il ricevimento del diploma (220€ all’iscrizione e saldo successivo entro il 30 aprile)
Scadenza iscrizioni: 12 aprile (compilare e inviare il modulo per l’iscrizione, da scarica qui di seguito)
Tutti i corsi P.A.S. sono riconosciuti dall’ICELP – International Center for the Enhancement of Learning Potential di Gerusalemme.
Verrà rilasciato il DIPLOMA DI MEDIATORE FEUERSTEIN.
Test d’ingresso scuola secondaria 2023
All’inizio della Scuola Secondaria di Primo Grado vengono generalmente somministrati dei test d’ingresso agli studenti che provengono dalla Scuola Primaria, al fine di valutare i livelli di partenza e di predisporre gli opportuni interventi di recupero delle lacune registrate dopo la correzione delle prove.
Noi ti possiamo preparare per superarli al meglio ed affrontare un anno scolastico più sereno.
Quando? Cominceremo da lunedì 4 settembre, con disponibilità tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 in orari da concordare.
Per informazioni scrive all’indirizzo email c.anzani@tiscali.it
Cerchiamo un logopedista!
Siamo alla ricerca di una/un logopedista per la nostra sede di Seregno. Valutiamo professionisti anche con diversi livelli di esperienza per l’inserimento nel nostro team.
Modalità e tempistiche da concordare con accordi diretti, in base a esperienza, disponibilità e modalità di lavoro.
Per informazioni contattare la dott.ssa Carla Anzani, titolare e responsabile dello Studio “L’Aquilone”, al numero 347060446 o via mail (c.anzani@tiscali.it).
Programma di Arricchimento Strumentale – Standard I livello 2022
Il corso – Marzo-Aprile 2022
Il Metodo Feuerstein sviluppa e potenzia le capacità cognitive, il pensiero, la riflessione e interviene sulla motivazione producendo significative modificazioni nell’apprendimento.
Inizialmente studiato per ragazzi con difficoltà di apprendimento, viene oggi utilizzato con successo per sviluppare creatività e flessibilità, per riattivare risorse verso l’apprendimento e verso l’imparare ad imparare.
Il corso è rivolto a Insegnanti, Psicologi, Pedagogisti, Terapisti, Medici, Genitori e a tutti coloro che sono interessati ad approfondire le tematiche educative.
Il P.A.S. è composto da 14 strumenti che comprendono complessivamente più di 500 esercizi carta e matita ed è applicato in differenti contesti (dalla scuola alla formazione professionale, all’educazione degli adulti, all’impresa e alla riabilitazione degli anziani). Si presenta in particolare come mezzo di notevole efficacia per intervenire sul disagio giovanile e sull’handicap.
Il metodo, centrato sull’ascolto, sull’attenzione ai saperi individuali e ai diversi stili cognitivi, privilegia la riflessione sui processi mentali, piuttosto che la trasmissione di contenuti. La consapevolezza metacognitiva del proprio modo di apprendere consente di trasferire in altre situazioni le abilità possedute o acquisite nella formazione e avvia all’uso autonomo del pensiero. Questo percorso è reso possibile grazie all’interazione con un mediatore che non dà risposte, ma indirizza ed orienta sull’analisi dei processi di pensiero messi in atto durante la soluzione di un problema.
Iscrizioni
- Durata: 44 h di formazione intensiva online + 4 h lavoro individuale offline
- Date: 5-12-26 marzo; 2, 23, 30 aprile
- Orario: 9.00 / 13.00 – 14.00 / 18.00 (30 aprile solo 9.00 / 13.00)
- Sede: Studio Clinico L’Aquilone – on line
- Quota di partecipazione: €620 comprensivi degli strumenti operativi, di Iva e delle royalties per il ricevimento del diploma (200€ all’iscrizione e saldo successivo)
- Scadenza iscrizioni: 20 febbraio 2022, scadenza saldo 25 febbraio 2022
Tutti i corsi P.A.S. sono riconosciuti dall’ICELP – International Center for the Enhancement of Learning Potential di Gerusalemme.
Verrà rilasciato il DIPLOMA DI MEDIATORE FEUERSTEIN.



